lunedì 26 febbraio 2018

Gollum

Visto che ci sono dei ragazzi intenzionati a votare il partito +Europa in quanto è il partito "più science oriented" (che nel nuovo linguaggio, vuol dire soltanto che si oppone alle bufale scientifiche) o quello "più attento ai diritti civili"... vorrei fare un ultimo disperato tentativo di convincere questi ragazzi a NON votare questo partitaccio.
Se siete già molto ricchi (e non avete quindi bisogno di lavorare per esistere), non avete motivo di non votarlo... con il partito +Europa, le cose possono solo andare meglio per voi.

Per tutti gli altri, conviene che continuino a leggere.


Ora, converrete con me che per essere "science oriented" e "attenti ai diritti civili" è necessario esistere... per esistere è necessario mangiare, avere una casa, dei vestiti, una buona salute ecc... e per avere tutto ciò, è necessario lavorare!
Cosa centra con tutto ciò il partito +Europa? Questo partito ha infatti come obiettivo quello di CONGELARE la spesa pubblica (al fine di risolvere il "problema" del debito pubblico): congelare la spesa pubblica significa che lo stato non deve più spendere un cazzo di niente in sanità, istruzione, servizi ecc...

Vuol dire che tutte queste cose verranno selvaggiamente privatizzate e quindi, se volete curarvi, studiare ecc... dovrete pagare profumatamente tutto ciò (specie se volete cure, istruzione e servizi di alta qualità). Ora, se siete pieni di soldi fino al buco del culo, questo non sarà un problema per voi... se invece siete poveri come la merda, allora continuerete a impoverirvi sempre di più e sarete costretti a "tirare la cinghia" (cioè a comprare meno).
Il vostro "tirare la cinghia" farà calare la domanda e, di conseguenza, le aziende venderanno poco, andranno sempre peggio e non assumeranno più persone (o le assumeranno con contratti schifosi). Tra le persone NON assunte (o assunte con contratti schifosi), probabilmente ci sarete voi, che continuerete a comprare sempre di meno (dal momento che, come dice la Bonino, "non è il momento di comprare il motorino").
A questo punto la vostra vita farà schifo, ma potrete pensare "beh, ma almeno potrò godere dei diritti civili e il paese sarà science oriented". In realtà no... perché se tu sei povero e omosessuale, non sarai un gay integrato nella "società civile": sarai sempre un ricchione di merda, bullizzato nei quartieri popolari.
Per quanto invece riguarda la scienza, dal momento che non avrai i soldi per pagarti le cure della "vera scienza", dovrai per forza affidarti ai rimedi della nonna (o alla stregoneria).

Ora vi ho avvisato ragazzi... vedete un po' voi quello che volete fare.

venerdì 16 febbraio 2018

L’esperienza del Frente Amplio cileno e l’anima smarrita della politica italiana





L’ultimo mercoledì di gennaio, presso la Casa della Cultura di Milano è intervenuto Tomás Hirsch, storico esponente umanista appena eletto deputato in Cile, che ha raccontato l’esperienza cilena durante l’ultima campagna elettorale per le elezioni, presidenziali, parlamentari e regionali. Il risultato elettorale per il suo gruppo è stato: 20 deputati, 1 senatore e 21 consiglieri regionali e addirittura la giovane candidata presidente Beatriz Sánchez, ha superato il 20% dei voti. Considerando la pessima campagna elettorale dei vari partiti nostrani e dopo aver osservato, i modelli organizzativi dei vari gruppi politici del sottobosco, ascoltarlo, è stato davvero una ventata d’aria fresca, anzi vi dirò, soffiava la BORA.


STORIA_ Secondo Tomás in Cile negli ultimi anni, il modello neoliberista è stato venduto dal mainstream come una forma di successo. Però gli anziani che hanno difficoltà ad andare in giro per il mondo, non potevano raccontare in realtà casa gli stava succedendo. Anche l’immagine dell’educazione scolastica veniva venduta, da chi riceveva privilegi economici, come vantaggiosa quando in realtà i giovani andavano all’università e poi si ritrovavano con un indebitamento a vita (dal 2006 al 2011). Poi è caduta la maschera che si era installata come immagine nella mente delle persone, e sono arrivati in superficie tutti i legami tra i politici e gli imprenditori e ciò ha portato ad uno scandalo. Le persone comuni non credevano più alle forze politiche, tutto era screditato. In questo disastro oltretutto avevano cambiato anche il sistema elettorale e se non si faceva parte dei due schieramenti principali, si rimaneva fuori dalla rappresentanza. Il “Frente Amplio” cileno che si è creato successivamente a questo disastro, raffigurava così una vera speranza; esso rappresenta il risultato che da soli le cose non si possono cambiare e che è necessario uscire dall’individualismo costruito dal neoliberismo. Quindi prima delle elezioni, c’erano tre progetti politici: 1- la destra che voleva mantenere il modello neoliberista, 2- la coalizione di sinistra che voleva riformare questo modello (ritoccando ma non trasformando il modello neoliberista), 3- il fronte ampio che voleva una trasformazione politico sociale.

IL FRENTE_ Lo storico continua poi con la sua descrizione spiegando le caratteristiche del fronte ampio cileno e perché ha ottenuto frutti inaspettati. Afferma che il fronte è il risultato della speranza per ottenere una trasformazione e che rappresenta il riflesso di un modello che ha iniziato ad aprirsi. Nel fronte ci sono diverse organizzazioni, Marxiste, Gramsciane, Socialiste, Umaniste ecc. (non solo di sinistra) che cooperano insieme. Per far stare insieme tutte queste forze e non far cadere tutto, era importante costruire un PROGETTO FUTURO NUOVO, più che dare assoluta importanza all’origine del pensiero di ogni singolo gruppo (ciò comunque non significava abbandonare o non considerare gli insegnamenti passati). Questa rete tra movimenti sociali e forze politiche, ha cercato di costruire un progetto di società A LUNGO TERMINE e su questo argomento si basava la campagna elettorale che comunque si doveva fare. All’interno di questa organizzazione, non è mai successo che un gruppo fosse considerato meglio di un altro, si dava valore alla diversità, si dialogava, pur avendo posizioni diverse. È stato adottato un sistema dove il risultato doveva andare bene a tutti e rappresentava un processo per continuare.

Durante la campagna, gli elettori hanno percepito e apprezzato nei candidati: l’onestà, la trasparenza, la coerenza, il dire quello che si sa (ammettendo anche ciò che non si sa), il fatto di vedere figure vicine ai cittadini e anche giovani. Di Beatriz Sánchez hanno visto ad esempio che era femminista per davvero, non per i voti e per moda, e il suo comportamento era vero, non era marketing da agenzia pubblicitaria e durante la campagna le erano vicine le persone care con naturalezza. LA RABBIA DEGLI ELETTORI SI È TRASFORMATA COSÌ IN SPERANZA. Anche se c’è ancora una maggioranza che non ha votato e non partecipa, ora è cambiato l’atteggiamento di queste persone che stanno attente al comportamento del Fronte e quando vengono rilevati errori, vengono ammessi pubblicamente. Se per caso LE DECISIONI DOVESSERO ESSERE PRESE AL VERTICE del movimento, le persone iniziano con un pressante bombardamento critico.

Olga (membro del nostro collettivo) ha avuto l’occasione di ascoltare Thomas qualche giorno prima di me ed è stata colpita molto dal ripetuto concetto “Senza gli altri non siamo nulla e non andiamo da nessuna parte” e dall'aspetto della convergenza della diversità che è considerata un punto fondamentale all'interno del movimento. Tutte le voci infatti, vengono ascoltate e nella pratica c’è un’organizzazione tale e una comunicazione così aperta da permettere a tutte le forze della coalizione di avere un’alta probabilità di eleggere almeno uno candidato. Un altro aspetto fondamentale evidenziatomi da Olga è che il movimento ha lavorato tantissimo sul territorio, sono scesi per strada e sono riusciti in 7 giorni, con un’attività continua dalla mattina alla sera, a parlare con le persone ed a ottenere in pochissimo tempo 700 tesserati che si sono sentiti veramente ascoltati. I membri del fronte sono risultati quelli che: non avevano fretta di candidarsi, della porta accanto, non cercavano di creare liste all'ultimo momento e avevano in mente il futuro. Ovviamente la loro prospettiva era quella di creare una trasformazione, entrando nelle istituzioni.

RIFLESSIONI_ Tornando a mercoledì sera, durante il dialogo con lo storico, è intervenuto Vittorio Agnoletto che può piacere o meno però ha specificato un aspetto interessante e cioè che è necessario ricostruire una questione etica di tipo relazionale fra le persone e che se non ci sarà questo, non ci sarà cultura di sinistra. Purtroppo non sono riuscita a rimanere fino alla fine della conferenza, ma il tempo a disposizione mi è bastato per capire che le problematiche cilene descritte all'inizio, sono simili a quelle italiane. Da noi ha preso sopravvento l'ordoliberismo dove lo Stato interviene sul mercato in favore di finanza, multinazionali e la grande industria e non agisce per garantire la piena occupazione, lavoro e il bene per la collettività come indicato nella nostra Costituzione del ‘48. La legge elettorale non è più proporzionale e la politica ha perso completamente credibilità. Ci sono delle differenze rispetto la situazione cilena, qui da noi i politici si considerano semplicemente come dei corrotti e ladri quando in realtà oltre a questo, c’è molto di più, SONO COMPLETAMENTE ASSERVITI AI MERCATI FINANZIARI e lo stesso movimento Cinque Stelle, speranza per qualcuno, si è rivelato liberista. L’impresa per il movimento Cileno è stata comunque molto faticosa perché il Cile aveva subito la dittatura fino a poco tempo fa e le persone erano veramente arrabbiate. Per noi invece è passato più tempo da quel momento e ad un certo punto, avevamo veramente tanto, potevamo applicare la nostra Costituzione del ‘48 ma non solo non l’abbiamo fatto ma siamo anche riusciti a perdere tutto. Come diceva un nostro padre costituente Piero Calamandrei “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. Per me la Costituzione del ‘48 è la più alta rappresentazione della nostra cultura, nata da DIVERSE FORZE POLITICHE che avevano un desiderio di rinnovamento assoluto e di rifiuto del passato.

Mi piacerebbe a questo punto che si prendesse in considerazione, in Italia, l’organizzazione e la comunicazione del Fronte ampio cileno, per riportare al centro la nostra Costituzione ma come fare se: c’è chi non ha capito neanche chi sta provocando questa crisi economica, ci sono persone che hanno PAURA di muoversi per non essere marchiati a fuoco con la dicitura “De destra”, c’è chi non rispetta la diversità, mancano le relazioni umane, c’è sempre qualche gruppo che vuole egemonizzare e sentirsi di più degli altri, ci sono all'interno delle organizzazioni politiche, persone al vertice che pretendono di comandare senza considerare la base, senza conoscere il territorio e infine la maggioranza delle forze politiche ufficiali rappresentano solo il male.

Non sarà facile 
Federica

lunedì 12 febbraio 2018

Atene. Piazza Syntagma. La protesta nera del 4 Febbraio e l’insalata di Macedonia..




"L'unica cosa certa è che lavorerai fino alla morte..però la Macedonia dove sarai sepolto sarà greca"...
Domenica scorsa ad Atene, decine di migliaia di persone hanno protestato contro il possibile compromesso del governo greco con quello della Macedonia sul nome di questo paese. Molti dei manifestanti indossavano i costumi degli "eroi delle guerre macedoni" tenendo da una mano le immagini di Alessandro Magno e dall’altra la icona della Vergine Maria. Urlavano ‘’Alessandro Magno è nostro’’, accanto a membri dell’ Alba Dorata vestiti in nero e varie organizzazioni di estrema destra.
Perché protestavano?
Ma per non includere il termine "Macedonia" nel nome dello stato di Skopje.
Al momento che il nome in questione è già stato riconosciuto dalla Grecia – più di 25 anni fa - come "Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia".
'’La Macedonia è greca!'
La Macedonia è greca, ma la sua area geografica non è solo in territorio greco. Che i Macedoni erano greci solo uno sciocco può negare. Lo scrive esplicitamente Erodoto, anche se gli storici successivi hanno ignorato i Macedoni, forse perché la struttura della loro società era diversa rispetto a quella della Città-Stato. Da allora sono trascorse migliaia di anni. Le etnie slave arrivano nella zona molto più tardi. Con il trattato di Bucarest del 1913 firmato da Eleftherios Venizelos, fu risolta la questione del confine e parte dell'area geografica macedone passò alla Serbia e la Bulgaria. Molti anni dopo Tito cercando di creare un'identità unificante ha creato la Repubblica di Macedonia, che, tuttavia, fu stata accettata dal governo greco nel 1952. Nel 1977 le Nazioni Unite hanno accettato il nome Macedonia. La Grecia concordò nel 1994 con il nome composto Macedonia e nel 2008 fu di nuovo d'accordo che un nome contenente il nome Macedonia sarebbe stato accettato. Dopo di che, il nome è stato riconosciuto da 130 stati. Fine della storia.
In questo momento l'UE e gli Stati Uniti vogliono che la questione del nome sia immediatamente risolto, affinché l'ex Repubblica Jugoslava di Macedonia sia membro della NATO e dell'UE. Il partito della ‘’Nuova Democrazia’’ in Grecia, che ha accettato i doppi nomi, sta cercando di usare i manifestanti, trasformando la manifestazione in una manifestazione antigovernativa. Alcuni che amano le divise e il mondo militare hanno trovato l'opportunità di uscire dai loro nascondigli per parlare d'irredentismo, e i fascisti dell’ Alba Dorata vivono il loro sogno per tornare in evidenza e per legalizzarsi negli occhi della folla. Il governo Tsipras cerca di distrarre la opinione e di direzionare l’attenzione pubblica altrove, e i media svolgono il gioco dei loro capi, creando polarizzazione e odio. In tutto questo ci si dimentica che la Macedonia dipende fortemente dalla Grecia per la sua sopravvivenza, ha un 25% della popolazione di origine albanese che vorrebbero unirsi alla Grande Albania ed ha molto più da guadagnare da una buona relazione con la Grecia.
Al raduno di Domenica 4 Febbraio ha parlato anche Mikis Theodorakis, compositore e politico greco, e punto di riferimento per l'opinione pubblica di sinistra, che ormai ha 93 anni. Ha parlato del futuro, seduto nella sua sedia a rotelle, lanciando minacce contro Skopje. "La peggiore forma di fascismo è quella di sinistra’’ ha detto Mikis, uno dei ‘’Dei’’ della Sinistra Greca, certamente intendendo il governo di SYRIZA-ANEL. E questa sua frase ha fatto molto felici i membri dell’Alba Dorata che sorridevano sotto il palco. Chiudendo il suo discorso, ha sottolineato che i Greci dovrebbero essere uniti per sconfiggere Skopje e i nemici della nazione.
Le frasi più provocatorie di Mikis Theodorakis sono state ovviamente le assurdità che ha fatto sul fascismo di sinistra. Ma le frasi più tristi che ha detto riguardavano il tentativo di lusingare questo popolo caduto, il quale ha cercato di rappresentare come un eroe, ispirandolo ad essere incompatibile. Questo popolo non è affatto eroico, ma manifesta solo a condizione che la sua protesta non abbia alcun senso. Fino ad allora, vive umiliato e ringrazia anche e suoi oppressori. Poiché il governo non è riuscito a invertire il corso della degradazione del morale della gente comune che vive umiliata, si verifica come conseguenza naturale il peggio che uno potrebbe mai immaginare: arriva il nazionalismo per ripristinare l'orgoglio di tutti questi ego feriti.
La ricetta ideale per la crescita del nazionalismo esiste in molte parti del mondo: la povertà economica, la disgregazione delle strutture sociali, l'esposizione della popolazione nella sottocultura neoliberista, la profonda ignoranza della storia, la mancanza di figure affidabili nella vita politica, la piena riconciliazione con l'irrazionalità e l'oscurantismo.
E i Greci perché protestano? Quando la loro vita si stava sbriciolando e il loro paese era perso per sempre, loro dormivano. Ora sono usciti con le bandiere. Oramai è un po’ tardi. La Grecia attualmente non può sostenere né la propria politica estera né quella economica. È una colonia di debito con il consenso dei suoi governatori. Non c'è niente di più doloroso e triste che l’incapacità di un paese che va con precisione matematica verso il collasso completo, di uscire dal labirinto. La Grecia si sta preparando per il macello e i Greci la pagheranno molto cara. Le persone che non hanno osato di reagire mentre perdevano le loro case, ora si sentono orgogliosi perché discendono da Alessandro Magno. Il patriottismo però non è quello di gridare nelle piazze con la bandiera in una mano e l'icona della Vergine Maria nell'altra. Il patriottismo è fare qualcosa per rendere la vita delle persone nella tua patria migliore.
Chiudendo, vorrei condividere la testimonianza di una mia amica, giornalista indipendente, che era presente nella manifestazione.
"Eravamo alla manifestazione con altri colleghi Balcani. Una tristezza senza fine. Vi ricordo che circa due settimane fa il Parlamento ha fatto passare ancora un pacchetto di misure sanguinose, e non c’è stata nessuna reazione dalla parte della gente...soltanto una presenza minima "cerimoniale" per le strade.’’
‘’Oggi, sono usciti in piazza circa 150.000-200.000 persone per protestare contro un nome (senza trascurare l'esistenza di elementi nazionalisti in Macedonia per quanto riguarda la questione del nome - i nazionalisti sono sempre gli stessi, in tutto il mondo), mentre la Grecia è già venduta ai privati. Porti, aeroporti, telecomunicazioni (cioè pilastri della sovranità nazionale) sono stati venduti ai Tedeschi e i Cinesi ...’’
‘’C'era anche la "gente comune", portando le bandiere di Bisanzio, e blocchi dell’ Alba Dorata (penso che mi ha dato i brividi passare davanti dai fascisti)’’.....’’Veramente, l'era dei mostri: il mondo vecchio è morto, ma il mondo nuovo non è ancora nato.’’
Giannis Aggelakas – Il Rottame
‘’Chi piange dentro di me dicendomi, svegliati, non è un sogno la neve che ci brucia. Il povero fa il bravo se si sente colpevole. Dove sta andando questa ruota? Dove sta andando questo mondo che sta tornando sempre indietro? Dove sta andando questa notte che dura un’eternità e non finisce mai?’’

giovedì 1 febbraio 2018

Cinquanta sfumature di +Europa: tra sadomasochismo e nichilismo disagiato giovanile


Avete presente la prova ontologica di Sant’Anselmo da Aosta? Quella che, partendo dalla definizione di “sommo bene”, giunge necessariamente a postulare l’esistenza di Dio. Se invertiamo questa proposta filosofica, possiamo partire dalla definizione di “sommo male” e giungere necessariamente a postulare l’esistenza di +Europa.

L’elemento problematico di tutta la questione è che se l’esistenza di Dio non è auto evidente, il partito +Europa pare esistere per davvero!

Il nome, che somiglia molto di più a quello di un club sadomasochistico che a quello di un partito politico, è emblematico di tutto il loro programma: più Europa, più tagli alla spesa pubblica, più austerity, più patti di bilancio, più cazzi in culo.
Pare essere un programma per negrieri sadici e infatti la sua leader, la cara Emma Bonino (da decenni “donna di fiducia” in Italia del multimiliardario psicopatico George Soros), non si è risparmiata nemmeno questo: di recente, parlando di immigrati, si chiedeva chi è che avrebbe raccolto i pomodori e le olive in loro assenza.
In questo delirio ricordiamo però che la Bonino riconosce alcuni diritti fondamentali: ad esempio il diritto di suicidarsi, di sfasciarsi il cervello con le droghe e di abortire un figlio che non riuscirai a mantenere (o che non vuoi far vivere in un mondo così disgustoso come quello sognato dalla nostra Emma nazionale).

C’è da dire che però in questo partito io riconosco una certa coerenza, che in politica è diventata una merce decisamente rara: mentre quasi tutti i partiti “europeisti” dicono di voler cambiare l’Europa e di voler rinegoziare i trattati, il partito +Europa invece dice l’esatto opposto!
Sono europeisti ben consapevoli che Europa significa austerity e si compiacciono di tutto ciò: l’austerity, le privatizzazioni, i tagli alla spesa pubblica, il fiscal compact… sono tutti elementi che loro giudicano buoni e giusti!
Insomma, bisogna riconoscere a quelli del partito +Europa di essere davvero coerenti: coerenti nell’essere stronzi!

Ovviamente sono un partito che a livello di numeri contano davvero poco e niente (tanto che hanno dovuto appoggiarsi a Bruno Tabacci per presentarsi alle elezioni), ma si possono notare due cose particolarmente interessanti.
La prima è che il loro programma rappresenta il “vero” programma di tutti i partiti europeisti e di conseguenza possiamo dire che sono tutti quanti delle “sfumature” di +Europa. La seconda invece è che questo partito sembra concretizzarsi come il partito definitivo della Classe Disagiata!

La classe disagiata è quella nuova generazione di millennials cresciuta con il mito dell’Erasmus, della Smart Economy, degli inglesismi, dell’aperitivo in centro e delle serate fighette al Papete (con tanto di selezione all’ingresso). Questa nuova classe, falsamente progressista, ambisce alle sfere dirigenziali dell’economia, ma si sente bloccata dai “privilegi” dei pensionati e dei contratti a tempo indeterminato. I loro nemici sono i “vecchi di merda”, i fannulloni superprotetti, i populisti che rovinano l’Italia e bloccano l’ascesa sociale dei giovani: quindi che cosa potrebbe esserci meglio di un partito che vuole tagliare le pensioni, distruggere i diritti dei lavoratori e “riportare la credibilità in Europa”?
Il partito +Europa è il partito del nichilismo disagiato, quello che ne rappresenta al meglio i valori, le aspettative e le speranze: la sociopatia, l’autismo, l’individualismo, l’occidentalismo più bieco (mascherato sotto la facciata del cosmopolitismo), l’arrivismo, il culto della carriera… in una sola parola, il neoliberismo.