mercoledì 10 gennaio 2018

Un discorso metodologico sulle Elezioni


La tesi che si desidera difendere è che un programma elettorale ben concepito, oltre a soddisfare 5 principi metodologici che tengano insieme i suoi contenuti sui quali non dilungarsi (coerenza, implementabilità, non estremismo, incompletezza e verificabilità), deve avere anche esteriormente, o meglio discorsivamente, la parvenza di una cipolla tagliata in sezione.

Per contro un programma esteriormente e discorsivamente in formato lista della spesa è, necessariamente, un programma politicamente mal concepito.

Sembra inutile sottolineare che "ben concepito" non sia automaticamente sinonimo di "sottoscrivibile". Anche i più acerrimi nemici possono dimostrarsi abili e candidarsi con un programma ben concepito che pure non si voterebbe mai.

Quello che si intende dire è che un programma ben concepito è quello che coglie il senso reale del momento che si sta vivendo, la contraddizione storica centrale.

Quindi esso ha un centro, un nucleo, chiaro e identificabile: piccolo e sintetico ma altamente denso e che si pone con prepotenza al centro dell'attenzione, riuscendo a funzionare come centro di gravità degli anelli che gli si sviluppano intorno, sapendo ben spiegare perché gli "argomenti concentrici" siano legati e discendano dal centro.

Fare questo significa saper compiere operazione di SINTESI POLITICA ed è la sintesi ciò che veramente unisce.
Una programma lista-della-spesa trasmette invece un'idea completamente diversa.

Ciò che fa venire in mente è che le elezioni sono vicine e che un tot di debolezze sommano la propria singola istanza, componendo appunto una lista, nella speranza che questa sommatoria mandi qualcuna di queste istanze dentro le istituzioni. 

Il giorno dopo ciao.

Il programma lista-della-spesa non appassiona le persone perché mancando un centro di gravità di ciò che si contesta e insieme di ciò che si vuol fare come nocciolo caldo, sintetico ed altamente denso, esso finirà per appassionare esclusivamente i tifosi delle singole istanze che compongono nell'insieme la sommatoria, sempre che alcuni di questi addendi non scazzino tra loro come per lo più accade.

Insomma: in politica la sommatoria in realtà non aggrega e non ha potenziale espansivo proprio perchè non produce sintesi e non identifica 1 ( UNO ) fulcro tematico che tiene insieme il resto.
Questo spiega anche una delle fondamentali ragioni della marginalità politica delle sinistre in Italia, il loro vezzo di svegliarsi ogni volta non prima di quando mancano 4 mesi dalle elezioni e a quel punto sommare debolezze elaborando liste della spesa.

Gli altri, tutti gli altri, hanno programmi politici incomparabilmente meglio concepiti.

Che si tratti del culto del progresso e del nuovo sia pur svincolato da un orizzonte di emancipazione sociale ( il PD ), che si tratti dell'ordoulivismo della sinistra finta candidata a questo giro ( LeU ) che è poi lo stesso nocciolo duro del PD, il culto del progresso svincolato dall'emancipazione degli esclusi ma accompagnato dalla pretesa di chiamarlo socialismo, che si tratti dell'individualismo metodologico/imprenditoriale del made self man ( Apperluscone ) o che si tratti di "hanno stati i negri" con la Lega Nord, oppure ancora "la casta se so' magnati tutto" col m5s, tutti hanno un nucleo tematico forte che funziona come fulcro e regge tenendo unito il resto.

Compiuta questa operazione leggetevi un programma de' sinistra e avete capito perché oltre il 2,5% non si va.

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