Nelle mie recenti ed embrionali letture filosofiche mi sono
imbattuto in Eraclito.
Questo proto-filosofo vissuto 2500 anni fa elaborava una
tesi del “tutto” molto diversa rispetto a quella dei poeti omerici e a quella
dei naturalisti.
Se Omero esaltava negativamente la guerra come evidenza
della debolezza della giustizia umana, Esiodo definiva il concetto di giustizia
assoluta e divinizzata, obiettivo principale dell’uomo e pratica emancipatrice
di quest’ultimo dagli animali. Solone poi ne secolarizzava la costruzione,
ponendo le basi del fare politico, nel pensiero che solo una società
equilibrata fosse una società sana.
I naturalisti poi introdussero il concetto cosmologico degli
opposti ( caldo, freddo; fuoco, acqua) sul cui equilibrio si basava il buon
funzionamento della realtà.
Eraclito invece stravolge questi concetti ed evidenzia la
centralità del Conflitto in tutte le precedenti elaborazioni.
Non è l’equilibrio tra gli opposti il vero motore del tempo
umano ma è il Conflitto che determina l’equidistanza, che rende possibile il
fluire storico del presente. Senza di esso la civiltà si ferma, si
imputridisce, muore.
Ora, il nostro Opposto politico e sociale è il Liberismo
Globalizzato
Quello che ha costruito intorno a noi è una gabbia
soffocante e che ci impedisce di guardare al futuro con speranza e serenità.
Per equilibrare questo presente non abbiamo altra alternativa
che il Conflitto. E più il disequilibrio è forte e più il Conflitto deve
necessariamente essere virulento.
Chiunque proponga un percorso alternativo al tale Conflitto
è da ritenersi colluso con il nostro Opposto.
Nello specifico dunque, Redditi di Cittadinanza,
Concertazioni sindacali, stimoli fiscali in regime di parità di bilancio sono
da considerarsi strumenti di elusione del Conflitto e quindi da rifiutare
categoricamente.
Sono palliativi che mirano a assimilarci al nostro Opposto e
che mantengono la situazione di disequilibrio, comprimendo le tensioni nella
speranza vana di poterle disinnescare. Sono le pratiche della nostra classe
dirigente traditrice.
E gli stessi nostri tentativi di mantenere rapporti
personali con individui dichiaratamente collusi con il nostro Opposto “solo
perché” con essi abbiamo condiviso un precedente ( e ormai remoto ) percorso politico
e sociale sono da considerarsi elusivi del Conflitto stesso, freni al suo
naturale dispiegarsi.
Lasciamo che si sviluppi perché è la sola unica nostra
speranza.
Assicuriamoci di dare ad esso una struttura.
Roberto
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